Per
me è stata la prima opportunitá di visitare quella
industria piena di storia e vedere quanto danno aveva fatto l'uragano
Michelle alcune settimane fa (Cuba è stata colpita per
l'uragano piú forte dal 1945 e noi, senza volerlo, noi
abbiamo fatto pure lo stesso suo percorso). La strada mi faceva
ancora tornare indietro nel tempo: é una strada stretta
che corre accanto alla palude e ogni tanto appare un obelisco
ricordando la caduta di qualche miliciano in aprile del 1961 (prima
sconffita dell'imperialismo in America). Dopo quasi 10 km su quella,
per me bella strada, abbiamo raggiunto il vilaggio turistico di
Guamá, un posto naturale ma truccato per i turisti in cui
c'è un zoo locale, l'allevamento di cocodrili, un ristorante
dove si mangiano gli stessi cocodrili visitati e da dove si prende
la nave a motore per raggiungere tra la palude , il villagio costruito
secondo il modo degli indigeni prima de 1492 e dicorato con sculture
di indigeni facendo le loro attività giornalieri. Appena
entrati siamo usciti perché forse non era il posto che
cercavamo e neppure ci siamo informati dei prezzi, che immagino
siano un pó alti per l'esotismo del servizio. Continuando
verso il sud siamo finalmente arrivati in Playa Larga alle 14:30,
il posto in cui tenutosi i combattimanti per sconffingere i mercenari
pagati dalla CIA e che attaccarono Cuba per Baia dei Porci nel
1961.
Prima
del 1959 questo era un posto di contadini e pescatori carichi
di miseria ed oggi é un simbolo delle trasformazioni della
Rivoluzione. Da quanto ho visto forse quel villaggio di case di
legno marcio (imputrito) é diventato un quartiere di case
moderne, ottime comunicazioni terresti, salute, istruzione gratuita
e qualche negozio per spendere in moneta USD. Lí ci siamo
fermati poco tempo. Guido ha pensato subito di fare il bagno ma
il mare era davvero brutto, di colore verde e mosso. La spiaggia
di circa 400-500 km era vuota, non c'era la fina sabbia bianca
che caratterizza le spiaggie del nord di Cuba ma non credo neppure
faccia onore al nome della baia. La veduta, ancora solo per me,
non poteva fare migliore alla mia intenzione di immaginarmi quello
aprile 1961, un sole che a tratti si nascondeva tra le nuvole,
una spiaggia di piccole pietre scure, il mare abbatuto dalle onde,
quel colore verde che contrastava colla bianca schiuma verde scuro
al battere contro le rocce. Noi eravamo disturbati dalla fina
pioggia d'acqua di mare e mi faceva fatica guardare verso il mare,
verso l'ingreso della baia. Guido aveva pure cura che questa acqua
di mare non cadesse dulla sua camera. Come prima mi é sucesso
con gli acquatici a Pinar, la curiositá per conoscere chi
abitava all'interno di quella penisola che circondava la baia
mi ha fatto quasi sognare e desiderare di andarci. All'arrivo
e all'uscita da quel posto non è mica mancato chi ci proponeva
un ristorante privato ilegale dove mangiare l'aragosta oppure
comprare i piccoli cocodrili disecati. In qualche modo capisco
oggi perchè quando Guido mi ha chiesto di controllare il
bidone di benzina ho dimenticato la carta stradale che ci guidava.
Per questo siamo ritornati nel villaggio dopo due km percorsi
ma per fortuna, sulla stessa spiaggia la abbiamo ritrovata nel
facchino della macchina. Allo scopo di raggiungere un'altro villaggio
storico, forse colla speranza per Milly e Guido di trovare uno
piú bello e allegro, abbiamo preso la strada che in riva
al mare, arrivava in Playa Girón. Pure questa una strada
bellina tra palude, scogliere e mare fino che Milly e Guido affamati
di mare, hanno trovato un piccolo posto sulle scogliere ottimo
per fare il bagno.
Il
mare era migliorato assai. Loro due hanno fatto il bagno insieme
a quattro ragazzi contadini che c'erano lí da prima. Io
li ho sentito dire che eravano del villaggio Playa Giron ed erano
da due giorni fuori casa in caccia, da quanto avevano cacciato(niente!)
si poteva capire che c'era da offrire in quella palude. Il posto
in cui ci eravamo fermati era proprio davanti ad un ristorante
chiamato Grotta dei Pesci in cui, pure se non l'ho abbiamo fatto,
si mangiava in modo economico. Per caso c'era lí un bus
turistico arrivato da poco ma per la strada non passavano mai
macchine, noi non abbiamo visto passare neppure cinque mentre
eravamo lí fermati, veramente un posto isolato. Alla partenza
abbiamo chiesto ai ragazzi per un posto dove mangiare economico
in Playa Giron, loro ci hanno indicato gli stessi ristoranti privati
ma ci hanno avvertito che forse eravano chiusi. Anche noi le abbiamo
offerto passaggio a uno, perché non avevamo piu spazio,
ma non si é deciso nessuno ad abbandonare ai suoi compagni
per arrivare presto in casa, pure se stanchi, affamati e coll'abbigliamento
roto. Il villaggio di Playa Giron lo abbiamo raggiunto quasi senza
renderci conto. Sicuramente trasformato dalla revoluzione ma ancora
coll'anima rovida della palude. Non ci siamo fermati perché
eravamo un pó ritardati e abbiamo quindi preso una strada
che ci allontanava dal mare. Per strada ci siamo fermati a Horquitas
per chiedere informazione a un gruppo di contadini su come raggiungere
la strada per Cienfuegos.
Guido ha fotografiato quella immagine, che secondo il mio parere caratterizza
ai contadini di quella zona. Loro stavano a brucciare un terriero
per costruire le loro case di legno e sostituire cosi un'altra crollata
dall'uragano. Uomini, donne, bambini e ragazzi a tagliare il legno,
controllare il fiuoco e supratutto a stare insieme sulla strada a
parlare chi sa che della loro vita. C'era pure la carroza col cavallo.
Milly questa volta é stata colpita dalla loro vita e continuava
a dire che non immaginava che ancora da loro la vita fosse cosi dura.
Oltre salute e educazione per loro, la revoluzione ha dovuto portare
ancora tante altri benesseri. Nonostante una bella immagine e atenzione
ci hanno datto. Col tramonto, "Anime Salve" di Fabrizio
De Andre e piantagioni ai fianchi, abbiamo fatto la strada passando
Yaguaramas, il villaggio di Rodas, Ariza e alla fine Cienfuegos.
Qualche
passaggio abbiamo dato e qualche cittadina collorata abbiamo attraversato.
La pioggia ci ha pure accompagnato, forse per far arrabbiare e
preoccupare a Guido. In un posto che sembrava un villaggio ci
siamo fermati per fare fotografie al "Che" e mangiare
qualcosa (pane e prosciuto), ci hanno fatto rendere conto che
eravamo all'ingreso di Cienfuegos. Quell'ingreso sotto la pioggia,
che sembrava non finire, poi il cielo proprio griggio, l'acqua
nera che scendeva dalla strada, Guido a pensare sulla posibilitá
di rimanere attascati colla macchina, un sacco di bucchi sul pavimento,
e la cittá desolata, non si poteva oltre che pensare proprio
ai Centi Anni di Solitudine, di Marquez. Poi qualcuno a detto
che bisogna sapere il modo e il momento di dire certe parole,
ed io, sbagliando il momento ho detto di essere all'ingresso di
una delle cittá piú belle del paese (pianpiano,
dopo la terribile pioggia e ormai al centro della cittá
ce ne siamo reso conti che era vero). Era cominciata giá
la notte pure se erano le 18:00 ore e dovevamo cercare subito
un posto dove dormire. Questo compito toccava a Milly e a me,
che siamo scesi dalla macchina sotto una fina e fredda pioggia.
Abbiamo sempre chiesto per un'affito modesto ed economico pure
se privato. Non abbiamo avuto succeso finchè ci hanno indicato
un economico albergho per cubani vicino al centro della cittá.
Milly ed io ci siamo andati speranzati, le prime domande l'ho
fatto ad una impiegata in mezzo alla porta d'ingresso a fare i
calcoli colla calcolatrice perché dentro c'era il buio
o oppure meglio dire, non c'era l'electricitá. Lei senza
appena guardarci in faccia ci ha raccomandato di chiedere alla
portiera che invece é stata brava e ci ha consigliato di
aspettare fino le 21:00 perché tutto era ora occupato,
anche lei a detto che non permettevano stranieri, ha lasciato
Milly andare in bagno, anzi l'ha cercato una guida per andare
tra il buio e finalmente é andata fuori per cercarsi informazione
su qualche posto. Ci siamo andati senza ancora distinguere la
faccia di chi dovevamo ringraziare. Scconffiti e quasi disperati
per quanto rappresentava il nostro insucceso la prima di tre notti,
siamo tornati alla via in cui ci aspettava Guido anche rendendoci
conto che siamo andati a chiedere disperatamente da dormire in
una locanda per coppie. Lui sul marciapiede ci sfidava a trovare
facilmente l'affitto. Continuammo per strada e ogni tanto ci fermavamo
per chiedere a qualche giovane informazione, finché uno
ci ha indicato un suo amico ed ecco la fortuna.
Damian
ci ha portato da un affitto che non ha voluto fare uno sconto
per una notte, ma lui si é mostrato bravo quando ha deciso
di postrarci da una sua vicina di casa, senza impegno, ci ha cercato
un posto dove parcheggiare per 0.50 dollaro la macchina e ci ha
offerto della benzina economica (di questo ultimo non ci siamo
fidati, forse sbagliatamente). Finalmente e per 10 dollari avevamo
un secondo piano tutto per noi, una stanza con aria acondizionata,
bagno, cucina. Poi si fa il bagno e si esce a camminare la via
principale, siamo andati pure a mangiare da un restorante privato.
Ormai senza la pioggia, pure se era di notte, troviamo la cittá
carinina. Milly e Guido hanno dormito insiemme sul letto ed io
nel pavimento su due coperte. Purtroppo che con una notte calda
non abbiamo potuto accendere l'aria accondizionata perché
faceva male a Millyna.